Fluxus è composto da 20 scansioni di polaroid. Giulia Marchi non alza mai lo sguardo a fotografare la luna, bensì ne immagina e ne crea una nuova, manualmente, attraverso l’utilizzo di una maschera circolare posizionata sulla lente del suo foro stenopeico con il quale scandisce i tempi di scatto in riferimento diretto alle maree dettate dalla luna. La serialità del lavoro e l’immaginario che ne scaturisce rendono entrambi omaggio al dialogo poetico e ininterrotto tra cielo e terra.