“Uno sguardo ravvicinato sulle famiglie italiane contemporanee alle prese con un quotidiano claustrofobico. Una partecipazione attonita ai riti intimi di un vivere assieme prigioniero delle tecnologie e di piccole necessità igieniche. La felicità infelice di un urbanesimo senza scampo. Bruna Ginammi non si limita ad asportare pezzi e figure di esistenze dalle loro anonime realtà, ma interviene con la luce livida del suo flash a darcene una lettura cruda ed insieme disturbante.”